Cover musica classica di Natale

Cover musica classica di Natale

Anche semplicemente accompagnando il lungo viaggio di ritorno verso il focolare domestico, la musica riveste un ruolo fondamentale nel nutrito e personale mosaico delle tradizioni natalizie, che comprende gesti simbolici come addobbare l’albero, preparare il pranzo delle grandi occasioni o scambiarsi regali con le persone alle quali si vuole bene. Cover musica classica di Natale di quest’anno assume quindi un’aura ancora più gentile con toccanti arrangiamenti di brani tipici del periodo – oltre a un paio di gemme meno note – per favorire il passaggio dal grigiore della quotidianità all’accogliente atmosfera di un momento in cui ogni cosa diventa magica. Tra le perle dell’edizione 2023, Randall Goosby e Carlos Simon conferiscono sfumature impressionistiche a ‘The Christmas Song’, The Sixteen evocano immagini agrodolci di Gesù bambino nel sinistro ‘Bethlehem Down’ di Peter Warlock e Xuefei Yang traduce in una sfarzosa versione per due chitarre l’eterea meraviglia dell’‘Ave Maria’ di Schubert. Qualunque piano tu abbia per dicembre, qui troverai qualcosa che ti scalderà il cuore. Randall Goosby e Carlos Simon, ‘The Christmas Song’ Randall Goosby (violino): “‘The Christmas Song’ è da sempre tra i miei brani natalizi preferiti: Nat “King” Cole è il compendio di quel calore morbido e suadente che viene associato a tutte le cose legate alle festività. Ho pensato fosse l’occasione perfetta per fondere la sua delicatezza con quella del grande Carlos Simon nella creazione di questo splendido arrangiamento, che vi dedichiamo”. Carlos Simon (piano e arrangiamento): “Ovviamente, ho pensato a Nat “King” Cole, agli archi estatici e alla rigogliosa struttura armonica, ma nella mia trascrizione volevo ricreare qualcosa che richiamasse Debussy o Ravel, con arpeggi barcollanti e una specie di linea melodica svenevole”. Xuefei Yang, ‘Ave Maria’ “Proprio come un bel film deve avere una colonna sonora in grado di potenziarne le emozioni, credo che delle festività degne di questo nome debbano essere accompagnate da una musica capace di arricchire l’anima e rilassare la mente. Trovo che la melodia dell’‘Ave Maria’ di Schubert sia magnifica e commovente, il che spiega probabilmente perché negli anni sia stata adottata per una miriade di occasioni, incluso il Natale. Ho suonato entrambe le parti del mio personale arrangiamento per due chitarre, utilizzandone una come voce e l’altra come accompagnamento. Il lirismo è uno dei miei marchi di fabbrica, e questo pezzo mi dà l’opportunità di fare letteralmente cantare la chitarra”. The Sixteen e Harry Christophers, ‘Bethlehem Down’ Harry Christophers (direttore): “Ho sempre amato la musica di Peter Warlock, e questa carola in particolare occupa un posto speciale nel mio cuore. Ricordo che la cantavo all’epoca dell’università a Oxford. ‘Bethlehem Down’ venne composta nel 1927 per partecipare al concorso di scrittura di brani natalizi indetto dal Daily Telegraph. Warlock, che attraversava un periodo di difficoltà economiche, si aggiudicò la vittoria. Penso sia semplicemente geniale! La sua versione prevede solo quattro strofe per un coro a cappella. Quello che abbiamo fatto è stato aggiungere interludi di pianoforte e violino tra una strofa e l’altra, in uno stile molto atmosferico. Penso che Peter Warlock lo avrebbe apprezzato”. Olivia Belli, ‘God Rest Ye Merry Gentlemen’ “‘God Rest Ye Merry Gentlemen’ non appartiene alla mia tradizione [italiana], ma sono stata attratta dal carattere nobile e arcaico della sua melodia. Adoro le implicite possibilità armoniche che mi consentono di muovermi tra maggiore e minore, dolce e amaro. Durante le festività, abbiamo il nostro personale rituale in fatto di musica: al mattino, mentre addobbiamo la casa, cuciniamo o incartiamo i regali, ci piace ascoltare sonorità vivaci e ritmate. Dopo pranzo, che rappresenta un momento di pausa, ci piace essere circondati da canzoni posate con un mood invernale, mentre la sera è il regno dei brani più tradizionali e religiosi”. María Dueñas, ‘El cant del ocells’ María Dueñas (violino): “‘El cant dels ocells’ [Il canto degli uccelli] è stato portato alla fama dal grande violoncellista spagnolo Pablo Casals ed è una tradizionale ninnananna catalana. Il testo originale parla della gioia della natura alla notizia della nascita di Gesù, con una moltitudine di volatili che si riunisce per festeggiare. Per me, questo periodo dell’anno è associato al tempo che trascorro con la mia famiglia e a quello che uso per riflettere. Ecco perché ho scelto un lavoro dall’anima nostalgica e intima, che evoca la sensazione del ritorno a casa”. Sheku Kanneh-Mason, ‘I Saw Three Ships’ “‘I Saw Three Ships’ è un motivo allegro e giocoso. In realtà, è un brano molto semplice, quindi è stato necessario l’intervento di un fantastico arrangiatore e pianista, Harry Baker, per creare una versione che risulti epica, alquanto stramba e piacevole da suonare. Giocare e divertirsi con questa melodia classica è stato davvero uno spasso”. Lucienne Renaudin Vary, ‘Stille Nacht’ “Ricordo quando, a otto o nove anni, suonavo ‘Silent Night’ con un ensemble di ottoni e andavo a sentire i canti ai concerti di Natale a Londra. Quindi, questo pezzo fa parte della mia vita da sempre ed eseguirlo con un arrangiamento stupendo e un’orchestra straordinaria è una specie di sogno. È davvero incantevole, ti fa sentire come se fossi dentro un film di Natale”. John Metcalfe, ‘Carol of the Bells’ “‘Carol of the Bells’ è stata scritta da un compositore ucraino, Mykola Leontovych, e si basa su un canto folk che è essenzialmente un augurio di buona fortuna e prosperità. Ho pensato fosse importante utilizzare questa melodia in un momento in cui il popolo ucraino sta soffrendo enormemente, pur mostrando al mondo intero una straordinaria capacità di resilienza, coraggio e solidità di spirito umano. Quella che propongo è una rivisitazione strumentale della carola, e sebbene le vocalità creino una connessione potente e immediata, questo arrangiamento consente un diverso tipo di approccio e di libertà. Si può rallentare senza preoccuparsi del respiro e accelerare senza chiedersi se i testi siano comprensibili. È tutta questione di trame, atmosfera e soprattutto emozione”. Ola Gjeilo, ‘Away in a Manger’ “‘Away in a Manger’ è uno dei miei canti di Natale preferiti fin dall’infanzia. Sono cresciuto ascoltandone una straordinaria incisione presente in un album del King’s College, Cambridge, il primo CD portato a casa da mio padre dopo l’acquisto del nostro il primo lettore. Questa versione al pianoforte è basata su un arrangiamento corale che ho scritto qualche anno fa. Adotta un approccio leggermente malinconico e io adoro il contrasto tra il registro più basso della tastiera, con i suoi accordi carichi, quasi minacciosi, e la splendida luminosità della melodia originale”. Coco Tomita, ‘White Christmas’ “La versione di ‘White Christmas’ di Irving Berlin che ho scelto è un arrangiamento strabiliante, originariamente concepito dal leggendario violinista Jascha Heifetz. La musica trasmette una sensazione di malinconia che probabilmente riflette la vita privata dello stesso Berlin. Da bambino la sua famiglia non se la passava benissimo economicamente e per guadagnare qualche soldino, Irving cantava per strada. È stato un po' l'inizio della sua carriera come songwriter. Ho cercato di trovare questa malinconia nel sound e Heifetz, ovviamente, aggiunge il suo tocco jazz, il che per me lo rende davvero speciale”. Choir of Clare College, Cambridge, ‘In the Bleak Midwinter’ “Sono poche le carole capaci di esprimere l’essenza placida del Natale in maniera più toccante di ‘In the Bleak Midwinter’, poesia di Christina Rossetti del 1872. Le sue parole sottolineano l’intimità della scena della natività immersa in un freddo paesaggio invernale, lontanissimo dalla frizzante atmosfera di festa e dalle luci brillanti che ritroviamo in tantissimi altri canti di Natale. Ricordo di aver interpretato la favolosa trasposizione musicale di Gustav Holst del 1906 nel coro di voci bianche della mia chiesa e negli eventi in cui si eseguivano canti natalizi: il mio arrangiamento riposiziona le armonie di Holst all’interno di un’ampia parte per piano che risulta in egual misura vibrante e delicata. Ho scritto questo arrangiamento nel dicembre 2019, mentre ammiravo un altro fantastico panorama candido: al di sopra delle nuvole sull’aereo che mi riportava a casa a Londra. Guardando fuori dal finestrino, ci si rende conto allo stesso tempo della bellezza e della fragilità della vita, e io credo che alcune di queste caratteristiche siano penetrate nella mia versione della poesia di Rossetti”. Christian-Pierre La Marca, ‘O Christmas Tree’ “Per me, ‘O Christmas Tree’ è sinonimo di Natale. Da giovane, cantavo in un coro di voci bianche e ci esibivamo in canti di Natale, fra i quali questo, in francese. Credo ne esista una versione in qualunque lingua e in ogni paese, quindi l’ho sempre ritenuta una carola universale. In quanto artista e violoncellista, mi sento un cittadino del mondo, quindi attraverso questa canzone sento di parlare in maniera profonda a molte persone fra voi”. Peter Gregson, ‘The First Noel’ “‘The First Noel’ è una delle melodie più belle di sempre. Insieme al potere delle armonie che chiunque conosce e ama, il pezzo finisce per acquisire una dimensione di calore natalizio, uno spessore che evoca il profumo dei tortini e del vin brulé. Per questa versione, abbiamo collaborato con il coro Tenebrae e un settetto d’archi, registrando trame e armonie per entrare e uscire dalla parte dell’ensemble vocale, come piccole decorazioni sull’albero”. Daniel Hope, ‘Have Yourself a Merry Little Christmas’ “Adoro ‘Have Yourself a Merry Little Christmas’ fin da quando ero bambino. Ovunque tu ti trovi nel mondo, ascoltarla ti trasporta immediatamente nell’universo caldo e allegro del Natale. Qui eseguiamo una versione interamente strumentale, trascritta ex novo da uno dei più grandi arrangiatori dei nostri tempi, Paul Bateman. Fate caso alle strabilianti sonorità degli archi e apprezzate la capacità di Paul di distribuire le melodie e le tonalità soavi del pezzo fra i vari strumenti a corda. Io faccio del mio meglio per fluttuare sopra tutto questo!” Alexis Ffrench, ‘Still, Still, Still’ “Questa è la melodia più bella in assoluto. Dentro di me, evoca ricordi speciali di un periodo dell’anno magico. Il motivo di ‘Still, Still, Still’ è apparso per la prima volta in una collezione di canzoni popolari austriache del 1865, e il testo parla della sensazione di pace trasmessa da Gesù bambino e da sua madre, mentre il piccolo si addormenta sulle note di una nenia. Ho scelto questo canto perché comunica una sensazione di quiete divina e possiede una specie di simmetria perfetta che mi affascina. Suona benissimo sul pianoforte, e io posso riempire la melodia con armonie e sonorità profonde che mi permettono di creare qualcosa di veramente magico. Non volevo stravolgere troppo il canto in sé, ma solo introdurre un senso di pienezza”. Attacca Quartet, ‘I’ll Be Home for Christmas’ Nathan Schram (viola): “‘I’ll Be Home for Christmas’ è una canzone che ci comunicava qualcosa. Dopo aver vissuto gli eventi causati del COVID e non aver avuto la possibilità di vedere le nostre famiglie, ha toccato un tasto particolare, ovvero il poter essere finalmente a casa per Natale”. Amy Schroeder (violino): “Da piccola, cantavo con i miei nonni questa canzone, che infatti me li ricorda. E le armonie rimandano a un periodo in cui le tradizioni venivano create”. Andrew Yee (violoncello): “Credo che uno degli aspetti più straordinari di questo pezzo sia che, in quanto quartetto d’archi, non c’è nessuno tra noi che canta, quindi l’ossatura della canzone doveva risultare interessante. Le armonie sono stupende e il brano ci ha permesso di portare la nostra immaginazione al limite per trovare le sonorità da utilizzare”.

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